lunedì 10 dicembre 2007

La mia rabbia con il cielo

Puntualmente, ancora una volta, è arrivato il Natale e siamo tutti felici di essere stati fortunati di aver sopravvissuto per un altro anno, ma soprattutto di poter festeggiare con i nostri cari. Ieri, alla festa dell'immacolata, ho potuto fare una piccola passeggiata, tra altri impegni, nel centro di Roma e ho visto tantissime persone in giro, nonostante la pioggia battente. Le strade ormai sono quasi tutte decorate ed illuminate, i negozi aperti e la gente fa shopping, shopping e shopping. Ho visto le persone che compravano di tutto, le loro mani erano piene di buste di ogni marca e sembravano tutte felici. Una lunga fila davanti ad ogni negozio, la gente che va e la gente che viene. Ho visto anche numerosi bambini che felicemente giravano con i loro genitori, scegliendo anche essi i loro piccoli regalini. Che meraviglia!
Certo, gli apparecchi domestici acquistati l'anno scorso vanno buttati a fine anno perché già superati tecnologicamente. I telefonini devono essere aggiornati all'ultimo moda. Gli abiti e i profumi hanno cambiato i testimonial e quindi anche l'armadio e il beauty-case meritano un'aggiornamento adeguato. Beh, tutto normale, d'altronde, la tradizione va sempre rispettata.
Devo dire che l'atmosfera era davvero coinvolgente perchè anche le persone, come me, che facevano solo “window-shopping” sembravano travolte anche esse da questo magnifico spirito natalizio. Mentre tornavo a casa mia, mi ero reso conto di essere particolarmente allegro e felice, almeno per gli altri.
Purtroppo, tutto è durato poco nel momento in cui il mio pensiero, inevitabilmente, si era rivolto alla mia terra di origine, Africa, e qualche altro posto del mondo dove il tempo sembra non cambiare mai.
Ho immaginato cosa stessero facendo i bambini a Darfur, in Congo, in Etiopia, in Somalia, in Bangladesh, in India, in Haiti, ecc. Chi dettano ancora le leggi delle loro comunità, loro o gli avvoltoi? E' possibile che le loro situazioni devono rimanere permanente per tutta l'eternità? Perchè questi bambini devono continuare a perire per le tragedie causate da qualche adulto senza scrupoli? E per quanto tempo il cielo deve stare a guardare?
Infatti, mentre brinderemo con i migliori champagne, le loro gole saranno seccate per mancanza di acqua, manco quella sporca. E mentre metteremo in difficoltà gli operatori della nettezza urbana con gli eccessivi rifiuti che produrremo in questi giorni di feste, le loro costole saranno ancora più evidenti per la mancanza di cibo. Perchè questa orribile ingiustizia? E' giusto dover morire prima ancora di cominciare a vivere? Beh, scusatemi tanto se mi sono permesso di arrabbiarmi con voi lassù ma, in tanti ormai, siamo delusi e abbiamo i ginocchi ormai sfigurati da tanti anni di preghiera!

Blessing Sunday Osuchukwu

Nessun commento: