Il Kenya (in swahili Jamuhuri ya Kenia, in inglese Republic of Kenya; oppure Kenia) è uno Stato dell'Africa Orientale, confinante a nord con Etiopia e Sudan, a sud con la Tanzania, a ovest con l'Uganda, A nord-est con la Somalia e ad est con l'oceano Indiano. Nairobi ne è la capitale e la città più grande.
Numerose città costiere del Kenya furono fondate dagli arabi che, a partire dal IX secolo d.C., intrattennero intensi rapporti commerciali con i gruppi indigeni bantu. Dall'incontro tra i due popoli nacque la cultura swahili, contraddistinta da due elementi di unificazione: la lingua kiswahili e la religione islamica.
Gli agricoltori kĩkũyũ, etnia del gruppo bantu, rappresentarono subito il gruppo più potente e numeroso del territorio; la loro supremazia non fu mai messa in discussione dai maasai come vorrebbe la tradizione popolare. I Masai sono un popolo nilota che arrivò nell'odierno Kenya nel XVII secolo, per occupare il loro territorio attuale verso il 1750. Questa data è ottenuta contando a ritroso i gruppi di iniziazione, i cui nomi sono ricordati oralmente senza eccezioni da tutti i clan Masai. Furono i kamba, popolazione agricola interposta tra la costa e il centro del paese, ad utilizzare storie sulla presunta ferocia dei Masai per evitare che troppe carovane di mercanti raggiungessero l'interno, togliendo loro il ruolo di mediatori nei commerci tra la costa e le regioni interne.
Nel secondo dopoguerra i kĩkũyũ lottarono aspramente per conquistare l'indipendenza (molti di loro parteciparono alla celebre rivolta dei Mau-Mau). L'indipendenza fu ottenuta il 12 dicembre 1963 e le elezioni di quell'anno portarono Jomo Kenyatta, uno dei leader indipendentisti, alla presidenza del paese.
La popolazione è suddivisa in più di settanta etnie, appartenenti a quattro famiglie linguistiche: i bantu, i nilotici, i paranilotici e i cusciti. Un tempo il paese era abitato da gruppi stanziati lungo la costa e, nelle regioni interne, dai masai, che oggi vivono soprattutto nelle regioni meridionali. Attualmente l’etnia più numerosa è rappresentata dal gruppo bantu dei kikuyu (21% della popolazione); altri gruppi relativamente numerosi sono i luhya (14%), i kamba (11%), tutti di lingua bantu, i luo (13%), di lingua nilotica, e i kalenjin (11%), paranilotici. Nel paese vivono inoltre esigue minoranze di asiatici, europei e arabi.
L'appartenenza religiosa è così composta: anglicani e quaccheri 45%, cattolici 35%, musulmani 11%, religioni tradizionali 9%. Altri includono induismo, sikhismo, jainismo e il credo di bahá'í. Il Kenya contiene il più grande gruppo di quaccheri in una singola nazione.
Una tradizione molto diffusa dei Masai sono le danze con salti. Questi balli vengono utilizzati nelle cerimonie di benvenuto e nelle feste. Incominciano con accendere un grande fuoco e poi iniziano a saltare, prima in modo normale poi sempre più in alto finché non raggiungono un'altezza elevatissima. I Masai erano una popolazione di persone basse e magre e questo gli permetteva di saltare molto. Con l'arrivo di italiani e europei questa tradizione sta scomparendo perché i Masai hanno cominciato a cambiare la loro tradizione, per fortuna qualcuno sta ancora tenendo in mano la loro identità culturale. Un altro costume tipico dei kenyani è l'allungamento del lobo dell'orecchio. Iniziano con i bucarsi le orecchie e poi a mano a mano mettono dei cerchietti dentro il lobo finché non raggiungono grandezze dei cerchi grandissimi. Dopo tolgono i cerchietti e si arrotolano il lobo sull'orecchio e rimettono i cerchi solo nelle feste. I cerchi possono cambiare aspetto rispetto alla classe sociale: il capo tribù ha i cerchi dorati il figlio adornato di perline (tipiche nel Kenya) e tutti gli altri hanno questi dischetti di bronzo rivestiti in pelle.
(Wikipedia)
venerdì 4 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento