mercoledì 19 maggio 2010

I PIGMEI

I Pigmei sono un gruppo etnico-razziale dell’ Africa equatoriale, vivono nelle regioni forestali di Camerun, Gabon, Repubblica centrafricana , Congo, Ruanda e Repubblica democratica del Congo (ex Zaire). I Pigmei dovevano essere diffusi anche nell’ Africa orientale, come riferiscono alcune leggende. Gli studiosi ritengono che i Pigmei rappresentino il substrato africano preistorico nella vasta area del Sahara centrale, degli altopiani orientali fino all’Atlantico.
Data la vita nomade, i Pigmei costruiscono accampamenti temporanei di capanne ad alveare, erette dalle donne e disposte in circolo. Risiedono in ripari a cupola, fatti con rami d’albero che essi rapidamente intrecciano, ricoprendoli altrettanto rapidamente di foglie. Sono ripari appena sufficienti a proteggere dalle violente piogge equatoriali. Il fumo della brace sempre accesa ricopre di uno strato nero impermeabile la cupola di frasche.
I Pigmei utilizzano solo materiale naturale (pelle, ossa, corna, fibre vegetali). La loro economia è basata sulla caccia, fatta dagli uomini, con le reti e l’arco, e la raccolta fatta dalle donne. Gli uomini si dedicano costantemente alla caccia; le donne alla raccolta (di bacche, radici, mele e piccoli animaletti), alla pesca, alla cottura dei cibi. L’arma tipica è l’arco, ma sono usati anche la clava, l’arpone, la lancia.La caccia all’elefante è fatta in gruppo ma un solo cacciatore cattura l’animale tagliandogli i garretti. Hanno anche acquisito varie usanze dei popoli vicini fra le quali la coltivazione delle piante locali. Alcuni vivono dedicandosi soprattutto alla caccia, all’ allevamento di piccolo bestiame e ad una rudimentale agricoltura con la zappa. Con la selvaggina uccisa con le loro piccole frecce si avvicinano ai villaggi che sorgono nelle radure della boscaglia, si fermano sul limitare della grande foresta e depositano la cacciagione per terra. Quindi si nascondono dietro gli alberi. Attendono che gli abitanti dei villaggi vengano a ritrarre la selvaggina uccisa, lasciando in cambio banane, farina, punte per frecce e lame per lance. Allora escono e prendono la merce. Si compie così una mutua operazione di baratto. L’accensione del fuoco è ottenuto per sfregamento di due bastoncini. La profonda conoscenza delle piante si manifesta in tanti modi: dall’estrazione di veleni per le frecce, all’uso di unguenti che tengano lontani gli insetti, al rifornimento di sale dalle ceneri di certi vegetali.
L’organizzazione sociale si fonda sul raggruppamento di alcune famiglie (quaranta o ottanta persone) sotto l’autorità di un capo, che è il responsabile della caccia e della spartizione rituale degli animali abbattuti; più raggruppamenti costituiscono il clan, che è patrilineare e spazia su un determinato territorio di foresta. Mogli e figli godono di diritti e doveri pari a quelli del capofamiglia. Se un uomo vuole sposare la ragazza di un altro clan occorre che questo dia all’altro gruppo in cambio un’altra ragazza che dovrà andare in sposa ad un uomo del primo gruppo.
Molto ricco è il loro patrimonio culturale: innanzi tutto la tradizione musicale, che ha caratteristiche autonome e originali e si esprime in cori a più voci con l'accompagnamento di tamburi; poi le numerose danze, i miti e le leggende e le poesie sacrali. Il fenomeno dell’arcobaleno appare loro così fantastico, misterioso e bellissimo che i Pigmei lo hanno creduto una manifestazione visibile dell'Essere supremo, Signore del creato, e che tutti venerano. Quando un Pigmeo muore, gli altri credono che la sua anima venga portata via da una mosca in mezzo alla grande foresta, perché l'anima è come un essere minuscolo e leggero che anche una mosca può portare con sé dentro il più fitto intrigo della foresta. Da qui l'anima del defunto spingerà gli animali selvaggi verso i parenti rimasti vivi affinchè essi possano ucciderli e trarne cibo. E’ per questo che i Pigmei cercano, con complessi riti magici, di rendere propizi gli spiriti della caccia. E lo fanno di notte, poco prima che spunti l’alba, danzando lievi, con arco e frecce, tra le capanne del loro villaggio.
(http://web.tiscali.it/mediabrembate)




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