domenica 16 maggio 2010

Marocco, cultura e tradizioni

Partendo dal modello della cultura araba classica, il Marocco ha elaborato un intricato mosaico di tradizioni artistiche tenute insieme da un filo conduttore, la musica, che spazia dallo stile nato nella Spagna musulmana alle tradizioni dei cantastorie berberi passando per la fusione contemporanea di musiche africane e francesi, pop e rock. Il rai (opinione) è originario dell'Algeria ma si sta affermando anche in Marocco; nonostante i suoi ritmi arabo-africani (deve molto alla musica beduina), è probabilmente la musica maggiormente influenzata dagli stili occidentali e unisce vari strumenti elettrici per creare un effetto ipnotico.
La presenza dell'Islam ha fatto sì che in Marocco la danza si sia mantenuta lontana dagli aspetti eccessivi che caratterizzano quest'arte in molte altre nazioni africane (in teoria le donne musulmane non possono danzare); l'antica danza berbera in cerchio chiamata 'ahidous', per esempio, viene eseguita ancora oggi, ma grazie al cielo senza la decapitazione dei polli.
Un altro elemento fondamentale della cultura marocchina è l'artigianato. Le maroquinerie (articoli in pelle) erano molto apprezzate dai mercanti già nel XVI secolo. Molto importanti sono anche la produzione dei tappeti, delle ceramiche, dei gioielli, degli oggetti in ottone e la lavorazione del legno.
I pannelli scolpiti e dipinti sono molto diffusi per la decorazione degli interni e gli intricati motivi creati dalle mattonelle abbelliscono ancora oggi varie mederse e altri edifici religiosi nonché le case dei marocchini benestanti. Vengono ancora utilizzati anche i mashrabiyya, che consentono alle donne musulmane di osservare quello che accade nelle vie senza essere viste. Questi oggetti non sono certamente indicati come souvenir, ma ciò dimostra come l'artigianato marocchino non dipenda interamente dal turismo.
Il Marocco è stato fonte di ispirazione per molti artisti stranieri. Il pittore francese Eugene Delacroix ha dipinto molti quadri ispirandosi al Marocco, visitato negli anni '30 del XIX secolo; a partire da questo momento i suoi quadri presentano scorci di mercati marocchini e scene di vita negli harem. Un secolo dopo la stessa passione travolse anche Hollywood: prima venne Marlene Dietrich con Marocco, quindi, nel 1942 quello che è poi diventato un classico, Casablanca. Quando Peter O'Toole girava per il Marocco nelle vesti di Lawrence d'Arabia, il paese era ormai diventato oggetto delle fantasie dei figli del baby boom.
L'arabo parlato dai marocchini ('darija') è molto diverso da quello parlato nel Medio Oriente. Nelle campagne e in particolare nelle zone montuose vengono parlati vari dialetti berberi. In Marocco lo stile di vita islamico è seguito in maniera meno rigida che altrove, ma anche qui le donne occupano un ruolo subordinato agli uomini. Di norma, solo nelle grandi città si riscontra una certa mescolanza dei sessi e si affermano mode nuove.
Il piatto nazionale è il 'couscous', semola finemente macinata e cotta che di solito accompagna uno stufato di agnello e verdure. Viene servito con una salsa molto piccante chiamata 'harissa'. Un altro piatto molto diffuso è la 'tajine', un ottimo stufato di carne e verdure aromatizzato con erbe e spezie; prende il nome dal contenitore in cui cuoce, un basso piatto di terracotta con un alto coperchio di forma conica. Ne esistono innumerevoli varianti: alcune sono molto semplici, mentre in altre si aggiungono olive o uova, prugne e mandorle o altra frutta secca.
Una specialità berbera è lo 'm'choui', un agnello intero arrostito all'aperto e condito con zafferano e peperoncino; di solito con il cuore e il fegato si preparano degli spiedini. Spesso viene cucinato in occasione delle feste.
Il miglior piatto marocchino è forse la pastilla ('bastaila' in arabo): si tratta di un miscuglio composto da carne di piccione, uova aromatizzate al limone, mandorle, cannella, zafferano e zucchero, il tutto racchiuso in diversi strati di una sfoglia detta ouarka. È molto diffusa a Fès.
Lungo la costa troverete buon pesce fresco. Vi verranno offerti sardine, sogliole, spigole, gamberi, calamari, ostriche, cozze e talvolta aragoste.
Un pasto marocchino non è completo senza il pane fresco, 'il sostegno della vita'. Nelle zone di campagna si fa colazione con qualche fetta di pane immersa nell'olio di oliva, accompagnata con tè alla menta dolce e caldo. Un'ottima alternativa è il pane inzuppato nell'olio di argan o di mandorla. Nelle case berbere talvolta il pane viene servito insieme a una ciotola di olio e miele.
Due dolci famosi sono le 'kaab el ghzal' (corna di gazzella), paste a forma di mezzaluna farcite con una delicata pasta di mandorle e coperte di glassa di zucchero, e le m'hancha (spire di serpente), paste piatte e rotonde cotte in forno, farcite con mandorle e coperte di glassa e cannella.
La bevanda nazionale del Marocco è il tè alla menta ('atay' in arabo), preparato con tè verde cinese, rametti di menta fresca ('nanaa') e molto zucchero. I marocchini lo adorano e lo bevono ogni qualvolta ne hanno l'occasione.






Nessun commento: