lunedì 7 giugno 2010

Tanzania: cultura, usanze....

I cento e più gruppi tribali della Tanzania sono quasi tutti di origine bantu. L'influenza araba è tuttora palese nelle popolazioni delle isole di Zanzibar e Pemba, un misto di shirazi (provenienti dall'antica Persia), arabi, comoriani (provenienti dalle isole Comore) e bantu del continente, in cui predominano però questi ultimi. Gli asiatici costituiscono una minoranza significativa, specialmente in paesi e città, mentre gli europei (discendenti da coloni e immigrati) sono poco numerosi. La principale etnia non bantu sul continente è quella dei Maasai che vive nella regione nord-orientale del paese: insieme alle etnie Arusha e Samburu sono di origine nilotica. Gli Iraqw, che vivono nella zona del Lago Manyara ed intorno a Karatu, sono di ceppo cuscitico come le piccole tribù dei Gorowa e dei Burungi. Gli Hadzabe ed i Sandawe sono di ceppo Khoisan.
I tre gruppi etnici autoctoni di Zanzibar sono gli Hadimu, i Tumbatu ed i Pemba.
Gli Haya
Vivono nei dintorni del Lago Victoria, sono tra i gruppi etnici più numerosi della Tanzania. La loro lingua è affine alle lingue bantu ed a quelle nilotiche. Un tempo costituivano una delle società primitive più altamente evolute del continente. Nel XVIII e XIX secolo erano organizzati in 8 differenti regni, ognuno comandato da un potente mukama che governava per diritto divino e che formalmente possedeva tutte le proprietà, che di fatto erano suddivise in piccole comunità patrilineari. Negli anni ’20, sulla scia del risentimento verso il governo coloniale, cominciarono a riorganizzarsi e fondarono la Bukoba Bahaya Union, che originariamente ebbe lo scopo di una riorganizzazione della politica locale, ma poi si sviluppò nella African Association che si rivelò essere uno dei primi e più importanti movimenti nel cammino verso l’Indipendenza.
I Makonde
Il popolo Makonde, conosciuto per le sue sculture in legno, proviene dalla fascia settentrionale del Mozambico, da cui incominciarono le migrazioni all’inizio del XVIII secolo attraverso il fiume Ruvuma. Come molte tribù del Sud-est, i Makonde sono un popolo matrilineare presso il quale, secondo la tradizione, la donna possiede i figli ed il patrimonio ed il marito si trasferisce nel villaggio della moglie dopo il matrimonio. Sono considerati uno dei gruppi della Tanzania più strettamente tradizionali.
I Maasai
Sono pastori nomadi che ancora oggi vivono secondo gli usi e costumi di secoli fa. La loro cultura si basa sul bestiame, che soddisfa molti dei loro bisogni – latte, carne e sangue per il regime alimentare e cuoio e pelle per l’abbigliamento. La terra, il bestiame e tutto ciò ad esso collegato sono considerati sacri. La società maasai è patriarcale: gli anziani si riuniscono per decidere su questioni generali, ma è la vita del bestiame a far decidere sul comportamento. Una delle caratteristiche delle tribù maasai è il suo sistema di stratificazione Sociale basato sull’età: i maschi maasai, per tutta la loro vita, passano passaggi successivi che sono quelli della circoncisione, di giovane guerriero, di guerriero adulto, di anziano di grado inferiore ed anziano di grado superiore; ciascun grado è caratterizzato da una serie di diritti e doveri che scandiscono la vita maasai. Il gruppo più importante è quello dei moran, guerrieri da poco iniziati, che hanno il compito di difendere la vita del bestiame. Le donne hanno un grado di secondo piano e non hanno diritti ereditari.
I Pare
Abitano i monti Pare settentrionali e meridionali e provengono dal Kenya, dalla zona delle Taita Hills, dove facevano i mandriani ed i contadini. Sospinti verso le montagne dai più potenti maasai, nel corso degli anni adattarono il loro modo di vivere al terreno accidentato della montagna. Oggi sono contadini bene organizzati che coltivano cardamomo, verdura, granturco e manioca. I pare hanno la caratteristica di essere uno dei gruppi più istruiti della Tanzania e giocarono un ruolo importante nel cammino verso l’Indipendenza. La società è patrilineare: al padre viene attribuita una grande importanza sia prima che dopo la morte e tutti coloro che discendono da uno stesso maschio si sentono uniti da un destino comune. I Pare credono che i morti abbiano un grande potere e per questo hanno elaborato importanti riti concentrati sulla morte. Nei pressi di ogni villaggio si trova una zona sacra dove sono conservati i teschi di tutti i capi tribù.
I Sukuma
Costituiscono il più grande gruppo della Tanzania in quanto comprendono il 15% della popolazione. Vivono nella zona a sud del Lago Victoria: si crede che i loro antenati siano emigrati verso l’inizio del XVII secolo dall’attuale Uganda. Imparentati con i Nyamwezi, il secondo gruppo più numeroso, sono principalmente contadini ed i loro terreni sono una delle zone agricole più importanti della Tanzania. I sukuma conservano la tradizionale organizzazione del villaggio, altamente strutturata, nella quale ogni insediamento è diviso in sottogruppi sotto la guida di un capo con il quale collabora il consiglio degli anziani.
RELIGIONE:
Circa il 40% della popolazione della Tanzania è di religione musulmana ed una percentuale leggermente superiore è di religione cristiana. I musulmani sono concentrati principalmente lungo le coste e nelle isole. Il cristianesimo impiegò molto tempo a imporsi nel paese, soprattutto se paragonato alla pronta adesione che ci fu invece all'Islam e, persino dopo essere stato accettato dalle popolazioni locali (nell'Ottocento), venne praticato principalmente dalle tribù dell'interno.Il rimanente della popolazione segue religioni tradizionali incentrate sul culto degli antenati, sulla terra e su vari oggetti rituali. I maasai, ad esempio, credono nel dio Engai e nel suo messia Kindong'oi, da cui si dice discendano i sacerdoti di questa religione.
Sono presenti esigue minoranza di hindu, sikh ed ismailiti.
LINGUE:
Lo swahili e l'inglese sono le lingue ufficiali, e quest'ultima è preminente nelle attività commerciali. Si parlano pure molti dialetti locali africani, che riflettono la grande varietà etnica del paese, mentre fuori dalle città e dai paesi, le poche persone che parlano inglese sono molto meno numerose di altre regioni simili del Kenya. Si dice che lo swahili parlato a Zanzibar sia una delle forme più pure di questa lingua e parecchi viaggiatori si recano nell'isola proprio per impararlo. Oltre allo Swahili vengono parlati numerosi altri idiomi africani, che si dividono in quattro gruppi: le lingue Bantu, Nilotiche, Cuscitiche e Khoisan. La stragrande maggioranza parla lingue Bantu, mentre i Maasai parlano una lingua nilotica. Le lingue del gruppo Khoisan – il più antico – sono caratterizzate dai cosiddetti “clic” e oggi sono parlate solo dagli Hadzabe e dai Sandawe.
CUCINA
La cucina tanzaniana e quella keniota sono molto simili, con l'unica differenza che in Tanzania al posto delle patate viene servito il 'matoke' (banane da legume bollite) o, sulla costa, il riso. Anche qui come in Kenya si è diffusa l'abitudine di cucinare il 'nyama choma' (carne alla griglia), specialmente nei ristoranti con bar. Sulla costa e nelle isole di Zanzibar e Pemba si può scegliere tra un discreto assortimento di piatti tradizionali swahili a base di pesce cotto nel cocco, con o senza spezie. La birra nazionale è la Safari Lager mentre il liquore locale è simile al rum bianco, detto 'konyagi'.
(Carreblu)




3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Blessing Sunday Osuchukwu,

mi chiamo Marcella. Sono capitata per caso sul tuo blog, e lo trovo davvero interessante, ben scritto e ben organizzato.

Tornerò volentieri a leggerti, gli argomenti che tratti mi interessano molto.

A presto, e complimenti!

*marcella*

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

Grazie Marcella per i complimenti! Sei e sarai sempre benvenuta!

Anonimo ha detto...

ciao a tutti, mi chiamo Laura, ho 15 anni e vorrei scrivere un libro su un'avventura in Africa, però ho bisogno di informazioni per arricchirlo il più possibile e mi chiedevo se qualcuno potesse darmi una mano.
se sapete qualsiasi cosa sul matrimonio, lingua, costumi, riti congolesi,sulla lingua swahili , e chi più ne ha più ne metta .. mi potrebbe scrivere un email?
grazie mille a tutti :)
laurafulgeri@gmail.com